La speranza, ultima dea, è tornata tra i residenti del complesso Atc di via Bologna 267 nella mattinata di martedì 24 settembre, dopo mesi e mesi di convivenza sempre più difficile con i rom che hanno occupato alcuni appartamenti vuoti. Gliel’ha portata l’assessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda arrivato per un sopralluogo intorno alle 11,30, in compagnia del Risi (Reparto informativo sicurezza e integrazione), l’ex Nucleo nomadi per intenderci.
Negli ultimi tempi qui la situazione è scappata completamente di mano. I rom non hanno regole e fanno tutto ciò che vogliono, senza alcun rispetto delle norme di convivenza civile. Oltre ad avere occupato abusivamente tre appartamenti e alcune cantine, si sono impossessati del cortile dove bivaccano, mangiano, dormono, urinano e defecano, portano le refurtive, spaccano tutto. L’assessore ha ascoltato attentamente le voci disperate degli abitanti che si sentono abbandonati. Dalla politica, dalle istituzioni, da Atc che spesso quando protestano li tratta a pesci in faccia.
“Alla prossima riunione in prefettura parlerò con il Prefetto e il Questore, farò ben presente le segnalazioni che arrivano da quest’area. Non escludo che possa diventare una priorità d’intervento” sostiene Porcedda. Intanto nei prossimi giorni i residenti presenteranno una denuncia alla Polizia municipale. A raccontare l’insostenibilità della situazione sarà il materiale fotografico da loro raccolto in questi mesi. Tra gli scatti uno ritrae una donna rom mentre sta facendo i bisogni in cortile, alla luce del giorno sotto gli occhi di tutti. Forse, grazie alla documentazione così acquisita, già potrà scattare qualche provvedimento di diffida o il sequestro amministrativo dei furgoni a patto che le irregolarità siano dimostrate.
L’ultima occupazione di un appartamento risale a venerdì scorso. I residenti non si sanno spiegare come ciò sia potuto accadere dal momento che, secondo Atc la porta era allarmata. “Che cosa non ha funzionato? Perché le forze dell’ordine non sono arrivate?” si domanda Porcedda che poi aggiunge: “Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. La Città cerca di essere il più presente possibile. Ma è ovvio che il gestore, cioè Atc, deve dare supporto. Spesso lo fa, altre volte no. In questo caso bisogna capire che cosa è successo e se la porta era davvero allarmata”.
Insomma, trovare una soluzione immediata non sarà facile. Porcedda non vuole spendersi in promesse, ma è convinto che con il tempo le cose cambieranno. “Piano piano, ci vuole pazienza” risponde a chi lo incalza, prima di accompagnare il Risi a effettuare i controlli.
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