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DON ANDREA DELLA PACE RICORDA PAPA FRANCESCO

  • Immagine del redattore: facciamobarriera
    facciamobarriera
  • 23 apr
  • Tempo di lettura: 3 min

Don Andrea Bisacchi, sacerdote della Chiesa Maria Regina della Pace, porta nel cuore due ricordi molto profondi di Papa Francesco, che ci tiene a condividere con noi di Facciamo Barriera. Sono memorie legate a esperienze di Chiesa davvero personali, che suscitano in lui forti emozioni, pensieri carichi di speranza.  


La prima volta che don Andrea incontra Francesco è il 21 giugno del 2015. È stato nominato diacono da sei mesi. Il Santo Padre fa la sua prima visita a Torino, in occasione dell’ostensione della Sindone per i 200 anni della nascita di don Bosco. Insieme a un altro diacono dei quattro della diocesi, don Andrea viene scelto per concelebrare la messa. Inaspettatamente. Senza averlo chiesto. In piazza ci sono tanti giovani.


Uno alla sinistra, l’altro alla destra, i due diaconi sono accanto al Papa per tutta la parte liturgica, come il cerimoniere e gli altri sacerdoti. “Il diacono, in questo caso, ha però l’onore di essere molto vicino al Santo Padre, il più vicino durante il rito e anche nella processione – ricorda con commozione don Andrea -. È stato un momento molto importante ma non vissuto da solo, vissuto come Fraternità, perché l'allora arcivescovo di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia, aveva chiesto alla nostra Fraternità del Sermig di organizzare il pranzo con i poveri in arcivescovado”.



Il sacerdote ricorda di aver percepito la presenza attorno a quell’altare di tutte le persone presenti in piazza, ma anche quella di chi non c’era, dei non credenti, dei malati, dei disperati, dei sofferenti. “E’ stata una forte esperienza di chiesa, una chiesa che è inclusiva, una chiesa che ha i confini sfumati, una chiesa che sa accogliere, una chiesa che non pretende prima di tutto un cambiamento dagli altri, ma cerca di adattarsi e di mettersi a servizio per quanto è possibile ovviamente – afferma -. Un’esperienza per me carica ancora più di significato perché vissuta durante il diaconato”.


Il secondo ricordo è invece di neanche due anni fa. Risale al 7 gennaio del 2023, quando la Fraternità del Sermig viene ricevuta in Vaticano da Papa Francesco. Con Ernesto Olivero, il fondatore e Rosanna Tabasso, già presidente e madre della Fraternità ci sono almeno 320 persone. L’appuntamento è alle 9,30, ma alle 8 Don Andrea si trova a presiedere la messa di orario in San Pietro per “una combinazione anche di numeri, di fatalità che non sono fatalità ma sono provvidenza”, come racconta lui. “Al di là del luogo che ha la sua imponenza, ha la sua sacralità già solo nelle pietre, per me la cosa più bella è stata che Fra Agnello, il parroco di San Pietro, un francescano, ha fatto accomodare proprio sul presbiterio Ernesto, Rosanna e tutta la Fraternità – dice don Andrea emozionato -. E quello per me è di nuovo stato un bellissimo segno di una chiesa che sa accogliere”.



Francesco prende la parola, il suo discorso è preparato ma di tanto in tanto lui preferisce andare a braccio, come quando dice che il nome Fraternità della Speranza, oggi possiamo anche leggerlo come la Speranza della Fraternità. “Forse il nuovo nome della chiesa oggi è Fraternità – commenta don Andrea -. E siamo chiamati a tessere relazioni di fraternità, a costruire con tutti relazioni di fraternità, cioè relazioni da fratelli e sorelle, relazioni da persone che non si sentono superiori agli altri, certamente nel rispetto dei ruoli, ma vissuti come servizio, come servizio per il bene dell'altro che hai davanti e per il bene comune”.

 

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Guest
Apr 23
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Emozionante

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