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L'ADDIO A BRUNO SEGRE NEL GIORNO DELLA MEMORIA

Immagine del redattore: facciamobarrierafacciamobarriera

È morto a Torino, all’età di 105 anni, Bruno Segre, avvocato, giornalista, partigiano e politico. Figlio di un ebreo, ha vissuto sulla propria pelle le persecuzioni fasciste e se n’è andato proprio nel Giorno della Memoria. Nato a Torino il 4 settembre 1918, dove si è laureato in legge nel 1940, non è riuscito a esercitare in quegli anni la professione di avvocato a causa delle leggi razziali.


Nel 1942 finisce in carcere per oltre tre mesi con l’accusa di disfattismo politico. Nel 1944 viene nuovamente catturato e rinchiuso nella caserma di via Asti per poi essere trasferito nel carcere torinese Le Nuove, da cui riesce a uscire qualche tempo dopo.


Entra a far parte della Resistenza armata, arruolandosi nella 1ª divisione alpina "Giustizia e Libertà" e prende parte alla liberazione di Caraglio, con il nome di battaglia “Elio”.


Dal 1975 al 1980 ricopre il ruolo di capogruppo del Partito socialista nel Consiglio comunale di Torino. Tra le sue tante battaglie politiche e legali, per i diritti civili, quella a favore della legge sul divorzio.


Nel gennaio del 2016 Segre ha partecipato alla cerimonia di posa di quattro pietre d’inciampo nella Circoscrizione 6. Dedicate alle vittime della deportazione nazista e fascista, le pietre d’inciampo sono piccole targhe di ottone poste su cubetti di pietra poi incastonati nel selciato davanti all'ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima. In Barriera ne sono state posate tre: una in via Lauro Rossi 43 (per ricordare Luigi Fabbris), un’altra in via Spontini 26 (per Renato Forlino) e la terza in via Martorelli 100 (per Michele Tabor).



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