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L'OSVALDO FURIOSO

Benzina sul fuoco delle polemiche riguardanti l’annuncio di Poste Italiane sulla imminente chiusura di 5 uffici di pubblico servizio a Torino (uno di questi in via Verres, Barriera di Milano). La benzina viene dal ministro competente, Paolo Zangrillo, titolare del dicastero della Pubblica Amministrazione: “gestisco una macchina da tre milioni e mezzo di dipendenti, non penso che la chiusura di cinque uffici postali a Torino sia una priorità”.


Le parole del fratello minore di Alberto Zangrillo (ex medico personale di Silvio Berlusconi) mandano su tutte le furie ampi settori della politica torinese che, in queste ore, si stanno ribellando soprattutto al valore di segnale negativo che viene dallo smantellamento di cinque sedi postali dove i cittadini si recano ogni giorno per diverse incombenze. Si tratta, tra l’altro, di incombenze a carico degli utenti ma a beneficio della pubblica amministrazione, come i pagamenti di multe e bollettini vari: doveri civici che già non fa piacere compiere, ma che per molte persone significheranno dover coprire distanze maggiori per raggiungere lo sportello postale – aperto – più vicino.


A tutto ciò si aggiunge la preoccupazione per il disagio che sarà provocato a tanta gente non proprio “smart” quando deve affrontare operazioni che – questo è vero – si potrebbero anche svolgere on line, tramite dispositivi elettronici (smartphone soprattutto).


“Il ministro Zangrillo si metta una buona volta le scarpe grosse e vada un po’ in giro negli uffici postali dove, evidentemente, non è mai entrato, men che meno da semplice utente” tuona Osvaldo Napoli, membro della segreteria nazionale di Azione (Carlo Calenda), ex deputato e consigliere torinese.


Napoli, classe 1944, si indigna anche per il curriculum politico di Zangrillo, il quale entra alla Camera dei deputati di Roma nel 2018, con Forza Italia, partito al quale – molti anni prima, nel 1994 – aveva aderito lo stesso Osvaldo Napoli. Il bacino elettorale di Zangrillo quando entra in Parlamento nel 2018 è il collegio Piemonte 1-01. Da qui l’indignazione di Osvaldo Napoli: “il ministro dovrebbe difendere il territorio che lo ha votato e non trincerarsi dietro al numero dei 61 uffici postali che restano aperti a Torino. Ma Zangrillo non ha fatto mai politica di base, quella fra la gente, quella nei quartieri, quella fra i pensionati che vanno alle Poste per ritirare assegni spesso da sopravvivenza. E poi che ne sa il ministro delle difficoltà con computer e telefonini di tanti anziani residenti nelle periferie?”.


Infine, Napoli comunica la presentazione di due interrogazioni da parte di Azione, una al Senato e una alla Camera. Ma, a dir la verità, in molti ambienti circola un certo scetticismo sui margini disponibili per fermare la chiusura degli uffici PT prevista ormai per metà dicembre.

 

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