Figli e nipoti impegnati ad aiutare i familiari più anziani nel disbrigo delle faccende “on line” sanno bene quanto sia difficile affrontare il “digital gap”, altrimenti chiamato “digital divide”, riguardante i meno smanettoni. Per usare un’espressione italiana, si tratta dell’analfabetismo digitale cioè del disagio di un’ampia fascia della popolazione dinanzi alla crescente complessità delle attività da svolgere tramite computer e smartphone.
Tendenzialmente sono i più attempati a incontrare complicazioni quando si tratta, per esempio, di effettuare il cambio di residenza senza recarsi negli uffici preposti. Ci sono diverse eccezioni, come in tutti i campi, con ultranovantenni perfettamente in grado di ordinare da casa la spesa che il supermercato consegna poi a domicilio oppure a loro agio con i pagamenti tramite on line banking. Tuttavia, i problemi di natura informatica prevalgono nella fascia over 70.
Oltre a quello della popolazione “matura” c’è un altro segmento sociale per il quale può essere faticoso destreggiarsi con le pratiche computerizzate: è quello degli stranieri meno preparati sia con la lingua in uso on line (inglese o italiana) sia con gli schemi mentali della burocrazia nostrana.
Barriera di Milano è uno dei quartieri in cui l’invecchiamento della popolazione residente e la forte presenza di persone d’origine straniera rendono problematica la gestione digitale delle incombenze quotidiane.
Per questi motivi può essere utile conoscere l’esistenza dei “facilitatori digitali”. Stiamo parlando di uno squadrone messo in campo dal Comune di Torino con un finanziamento da 1 milione e 700mila euro di fondi regionali. Lo squadrone di “soccorso digitale” è composto da 160 smanettoni cioè giovani con notevole dimestichezza nel cavarsela fra codici di accesso, clic, download e scroll.
Il progetto è sviluppato dall’Assessorato alle Politiche Sociali, il cui responsabile, Jacopo Rosatelli, avrà probabilmente preso spunto dalla propria esperienza di insegnante per cogliere la necessità di formare e aiutare le persone con minori risorse informatiche a beneficiare dei servizi che la pubblica amministrazione mette a disposizione elettronicamente.
Anche l’Assessore alla Sicurezza Marco Porcedda svolge il proprio compito assicurando le doverose garanzie di rispetto della privacy e di messa in sicurezza dei dati. Infatti, uno dei rischi delle operazioni on line è proprio legato al possibile trafugamento di dati sensibili da parte dei malintenzionati.
La collocazione degli “assistenti digitali” è prevista in 11 diverse ubicazioni: dai Punti Informativi Unificati (PIU) alle sedi delle Circoscrizioni, dagli Sportelli Centro Lavoro Torino a quelli dell’Edilizia Residenziale Pubblica. A queste si aggiungono 33 sedi rese disponibili da enti del terzo settore. Ci sarà anche una rappresentanza degli “angeli digitali” a bordo del Bibliobus itinerante fornito dall’Assessorato alla Cultura e dalle Biblioteche Civiche.
Non bisogna sottostimare un’altra positiva conseguenza derivante dalla possibilità di mandare avanti tante pratiche senza recarsi personalmente negli uffici pubblici. La ricorda l’Assessore alla Transizione Digitale Chiara Foglietta: meno spostamenti fisici con auto, moto e altri mezzi significa meno inquinamento, meno traffico e più salvaguardia dell’ambiente.
Noi aggiungiamo: meno code interminabili agli sportelli pubblici, meno possibilità di contagio da influenza o virus vari nelle file e nelle sale d'attesa, meno stress dal girovagare a vuoto per uffici. Insomma, tanta roba.
Comments