A proposito di monnezza lasciata dove capita sui marciapiedi e nei cortili delle case, ci scrive un nostro lettore per lamentare una situazione di massimo degrado. “Noi praticamente viviamo in mezzo ai rifiuti da anni e nonostante le continue proteste da parte nostra, nulla è mai cambiato - racconta Mario (il nome è di fantasia) che abita nel complesso Atc di via Bologna angolo via Pergolesi -. La colpa non è di Amiat che fa pochi passaggi o non pulisce bene. E nemmeno degli inquilini che non rispettano le regole. A causare lo scempio sono i rom che hanno occupato abusivamente quattro appartamenti all’interno dello stabile”.
In quattro anni Mario ha raccolto più di 400 foto di rifiuti di ogni genere, anche ingombranti, abbandonati selvaggiamente lungo i sentieri e nelle aiuole del cortile, come testimonianza della mancanza di decoro e sporcizia che regna nel comprensorio. Più volte ha invocato l’intervento di chi di dovere per risolvere una situazione ormai divenuta insostenibile. Niente da fare. “Dalle finestre lanciano di tutto: pezzi di mobilio, piatti e bicchieri monouso, avanzi di cibo, scatolette vuote, bottiglie, persino i pannoloni sporchi – spiega -. Spesso arrivano con trolley che evidentemente hanno sottratto a qualcuno, fanno la cernita dei vestiti da tenere e quelli che non servono li buttano nei cassonetti fino a farli straripare”.
Quando poi Amiat manda le multe per contrastare i comportamenti incivili, a pagarle sono gli inquilini, gli stessi che molte volte scendono in cortile a pulire e mettere ordine. “Non siamo più padroni di nulla, nonostante molti di noi la casa l’abbiamo acquistata – si lamenta Mario -. Come hanno scritto su un portone ‘Comandano zingari qui’. Non solo hanno occupato quattro appartamenti, si sono pure presi le cantine dove nascondono le refurtive. Durante un blitz, alcuni mesi fa, le forze dell’ordine hanno trovato un bottino di 180mila euro ben occultato in uno di questi locali nel seminterrato. Parcheggiati nel nostro cortile ci sono sempre due furgoni e almeno otto auto loro – conclude -. La convivenza è impossibile, anche perché subiamo continue minacce. Saremo costretti ad andarcene come se gli abusivi fossimo noi”.
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