All’accampamento abusivo nel cortile del complesso Atc di via Bologna 267 le minacce sono all’ordine del giorno. I rom, cacciati dall’appartamento occupato, lo hanno detto forte e chiaro che non se ne vogliono assolutamente andare, ricorrendo alle intimidazioni verso chiunque li solleciti a trovarsi un altro posto. Nella tarda mattinata dell’8 agosto durante il sopralluogo dell’Agenzia territoriale per la casa del Piemonte Centrale è per un soffio che gli abusivi non sono passati dalle parole alle maniere forti. “Voi non potete stare qui” dice la funzionaria. “E’ meglio che te ne vai” le rispondono rabbiosi i rom pronti ad avventarsi sulla donna. Alcuni ragazzi del condominio intervengono e li fermano in tempo.
È una guerra di logoramento ormai. Mandati via dall’alloggio al piano terra dell’interno sei, i nomadi hanno invaso il cortile con le loro auto e i furgoni e occupato tutti gli spazi all’aperto. Nemmeno la pioggia e la grandine di mercoledì 7 agosto sono riuscite a scoraggiarli. Una resa diventa impensabile. C’è un clima di tensione. Basta uno sguardo di troppo da parte di chi abita nel complesso per renderli aggressivi. “Con le buone maniere le istituzioni non possono ottenere nulla – affermano i residenti -. Le forze dell’ordine se davvero vogliono mandarli via devono usare il pugno di ferro. Se non lo faranno, per noi la convivenza sarà non soltanto impossibile, anche molto pericolosa”.
Di sicuro la funzionaria minacciata segnalerà l’episodio all’Ufficio legale di Atc. Ma quale sarà la prossima mossa da parte delle istituzioni resta un’incognita, dal momento che nemmeno l’intervento effettuato martedì mattina dalla Polizia in forze è servito a scoraggiarli. “Non hanno niente da perdere – commentano ancora i residenti -. Uno di loro è un ex galeotto, di certo non si spaventa facilmente. E poi sono convinti di avere ragione. Da Atc pretendono che nero su bianco l’Agenzia dichiari di assumersi la responsabilità nel caso in cui capiti qualcosa ai loro bambini. È tutta una follia”.
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