L’imprevisto annuncio di Poste Italiane riguardante la chiusura di cinque uffici per il pubblico a Torino sta destando preoccupazione nei cittadini meno avvezzi alle procedure elettroniche (le operazioni da effettuare tramite computer o smartphone, come, per esempio, il pagamento dei bollettini). Ma anche la politica si inalbera e cerca di fermare in qualche modo la macchina burocratica destinata ad abbassare per sempre le saracinesche dei cinque sportelli postali a metà dicembre.
Le sedi che Poste Italiane intende chiudere sono: via Nizza 8, via Guicciardini 28, via Verres 1, corso Casale 193 e via della Parrocchia 3. Quindi anche una parte della popolazione di Barriera di Milano è coinvolta, cioè la parte che abita nell’area nord di corso Giulio Cesare all’altezza di via Verres.
Già il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, si è mosso chiedendo di riconsiderare la decisione improvvida. Ora la consigliera regionale del PD Nadia Conticelli presenta una interrogazione a risposta immediata all’assessorato competente (ma il messaggio chiama in causa indirettamente il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio).
Conticelli riprende i validi argomenti con cui da più parti si contesta il provvedimento comunicato da PT: troppi cittadini con scarsa predisposizione digitale e magari anziani con difficoltà di movimento sarebbero costretti a raggiungere altri uffici postali non proprio dietro l’angolo. C’è poi il valore simbolico e di presidio del territorio: chiudere le sedi periferiche della società postale controllata dal Ministero dell’Economia è un pessimo segnale che aumenta la marcata desertificazione di aree già problematiche a livello sociale e di vivibilità quotidiana.
Conticelli chiede se la Regione sia intervenuta o intenda intervenire presso il Ministero di riferimento (quindi il dicastero per la Pubblica Amministrazione di cui è titolare Paolo Zangrillo) e/o presso la direzione nazionale di Poste Italiane, in merito alla prospettata “razionalizzazione” (parola con cui PT indica il malcelato taglio delle spese a discapito degli uffici postali aperti al pubblico).
Insomma, l’iniziativa delle Poste non piace a nessuno e rischia di depotenziare tutti gli sforzi che si stanno facendo – negli ultimi tempi - per restituire a Barriera e ad altri quartieri periferici la dignità e i servizi di cui tutti i cittadini hanno diritto.
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