Difficile per chi passa in piazza Bottesini non notare il manifesto affisso con su scritto: “Candies do not eat children. Just eat them” (Le caramelle non uccidono i bambini. Mangiale”). Sembrerebbe una pubblicità di bonbon dolci e colorati. Ma, in realtà, è un’opera dell’artista Francesca De Angelis, che rimarrà esposta lì fino al 23 giugno. Così come altri lavori di altri artisti contemporanei, ovvero Marina Arienzale, Charlotte Landini, Monica Podda e Stefano Budicin, Cocis Ferrari, Giuseppe Fittipaldi e Davide Dormino che con la loro creatività contribuiranno ad abbellire la piazza, trasformandola in una mostra a cielo aperto. Tutto nell’ambito di “Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto”.
Il progetto, giunto quest’anno alla decima edizione, porta la firma dell’artista Alessandro Bulgini e “si sviluppa attorno a un’idea precisa della relazione tra arte e spazio pubblico, e della funzione di un’opera all’interno di un contesto e di una comunità urbana. Attraverso questa operazione che dura tutto l’anno – spiega Bulgini -, la fiera collega zone diverse della città di Torino e zone temporali differenti (l’antico, il moderno, il contemporaneo nel suo farsi): nella convinzione che l’arte debba uscire dagli spazi istituzionali, scendere per strada, inoltrarsi nella realtà, muoversi costantemente in essa, integrarsi felicemente nella dimensione dell’esistenza quotidiana”.
Tema scelto per l’edizione 2024 il “Camouflage” o camuffamento per indicare qualsiasi metodo utilizzato per rendersi meno visibili alle forze nemiche. “Il momento storico che viviamo evidenzia come la maggior parte dei componenti del sistema culturale è intimorita dall’esprimersi sulle questioni internazionali – continua Bulgini -. Il manifesto diventa quindi uno spazio per il non-detto, per esporre una necessità, un credo personale perfettamente mascherato”. Per esempio, la frase “le caramelle non uccidono i bambini” che poi contiene l’invito a mangiarle cela il riferimento alle bombe in Ucraina o a Gaza che al contrario fanno stragi, anche di bambini.
Il camuffamento offre pertanto agli artisti coinvolti la possibilità di dissentire senza esporsi. Il Manifesto rappresenta un’operazione corale che mira a esprimere il disagio tramite la manifestazione pubblica del suo contrario. In esposizione ci sono i lavori di sette artisti, che insieme compongono un’unica opera di dissenso. I messaggi che si vogliono trasmettere sono apparentemente banali, ma nascondono di fatto significati molto più profondi. Piazza Bottesini è stata scelta come location perché si trova in un quartiere multietnico e problematico, a poca distanza dall’area più critica di Barriera di Milano, quella tristemente conosciuta come il triangolo del crack.

Comments