La questione dei minimarket e quella delle case occupate abusivamente sono al centro dell’attenzione della Commissione parlamentare sulle periferie. Lunedì 21 ottobre la Commissione, presieduta da Alessandro Battilocchio di Forza Italia, ha incontrato le istituzioni torinesi per individuare i provvedimenti da portare in Parlamento con l’obbiettivo di affrontare i nodi principali in Barriera di Milano e nelle altre realtà periferiche torinesi. In prima fila, fra i rappresentanti della Città, gli assessori Carlotta Salerno (fra le sue deleghe c’è proprio la situazione delle periferie) e Marco Porcedda (nel suo mandato c’è il problema della sicurezza).
La premessa fondamentale della prossima azione a favore delle periferie la inquadra proprio Carlotta Salerno raccomandando una “cabina di regia sui fondi per la rigenerazione urbana”. Questa premessa è indispensabile per evitare frammentazioni inconcludenti, mancanza di una visione d’insieme e le troppe tentazioni di mettere toppe provvisorie a destra e manca invece di risolvere e investire sul futuro. Prima la progettualità complessiva, poi i singoli problemi, questo l’auspicio.
Scendendo, quindi, al livello dei temi pratici, partiamo dai minimarket. In Barriera hanno raggiunto il numero di 350 e si è ribadito che il problema non è la loro natura di negozi di vicinato, bensì il loro diritto a restare aperti anche negli orari notturni (sette giorni su sette), diventando, così, naturali punti di riferimento per una “fauna di nottambuli” quasi sempre composta da sfaccendati, personaggi affini a giri di microcriminalità, minorenni in cerca di alcolici a buon mercato e vagabondi propensi allo schiamazzo notturno.
Il nodo della faccenda lo riassume bene l’Assessore comunale alla Sicurezza, Marco Porcedda, ricordando che la legge consente di intervenire una sola volta con l’ordinanza di chiusura di un locale pubblico, ma non permette di imporre gli orari di apertura e chiusura. L’unica circostanza in cui è possibile stabilire gli orari è quella di ordinanze riguardanti non singoli esercizi commerciali, ma intere aree cittadine. Per esempio, per affrontare il funesto fenomeno della “movida” si emettono ordinanze che ordinano di abbassare le saracinesche, entro una precisa ora, a tutti i locali in un certo perimetro urbano. Tuttavia, questa procedura fa di tutta l’erba un fascio (riguardando anche esercizi niente affatto problematici ma che vengono colpiti solo per il fatto di stare nell’area interessata dall’ordinanza). Molto meglio sarebbe una nuova legge che consentisse alle istituzioni cittadine maggiori margini di intervento sugli orari delle singole realtà commerciali.
A proposito di leggi più efficaci e in grado di dare agli amministratori pubblici gli strumenti per fronteggiare le situazioni in cui attualmente si ritrovano impantanati (a causa di una ragnatela di regolamenti farraginosi e talvolta contraddittori), si invocano provvedimenti chiari per la questione delle case occupate.
Al momento gli alloggi occupati abusivamente sono circa 170 in tutta Torino e, visto l’andazzo più volte raccontato su questo sito (vedi l’incresciosa faccenda di via Bologna 267), è palese l’esigenza di varare procedure più veloci e incisive per sgombrare le abitazioni da destinare a chi ne abbia effettivamente bisogno e sia in possesso dei giusti requisiti. Su un argomento correlato interviene l’assessore regionale Maurizio Marrone (fra i suoi compiti le Politiche per la Casa) il quale chiede di applicare la legge regionale sul sequestro di roulotte e camper abusivi, adottando il daspo urbano contro i bivacchi.
Insomma, molta carne al fuoco. Certamente la materia su cui intervenire è ampia e non semplice. I cittadini attendono fatti. Noi attendiamo fatti.
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