“Barriera viene sempre associata a elementi non positivi che parlano di degrado e insicurezza. In realtà è uno dei quartieri a cui sono più affezionato e sono convinto che possa e debba essere un laboratorio della Torino migliore”. Così il sindaco Stefano Lo Russo all’incontro pubblico “Vivo in Barriera”, in via Baltea 3, a cui è stato invitato a partecipare dal sindacato pensionati Lega 6 Cgil. Un laboratorio in cui, secondo il primo cittadino, “si coniuga l’investimento pubblico, facendo riferimento in particolare alla Metro 2, di fondamentale importanza per la zona nord della città, con una dimensione di attenzione ai bisogni reali delle persone”.
Tanti gli argomenti affrontati: a partire dalla sicurezza. Per Lo Russo non c’è contrapposizione tra la sicurezza di carattere operativo (garantita dalle forze dell’ordine per contrastare la criminalità) e quella sociale. “Sono due facce della stessa medaglia che possono viaggiare insieme – spiega il sindaco -. È un dovere nostro proteggere i cittadini da chi delinque. La sicurezza è un concetto di sinistra ma non si può garantire soltanto mettendo i blindi dell’esercito. La prima sicurezza che oggi manca nella nostra città è quella sociale”. C’è, ad esempio, un’emergenza abitativa cresciuta dopo la pandemia che va risolta investendo risorse pubbliche per favorire l’edilizia residenziale.
Per quanto riguarda, invece, la sanità a Torino “Sono numerose le eccellenze mediche di primaria grandezza anche a livello europeo – afferma -, ma quel che manca è la medicina di territorio che risponda ai bisogni immediati dei cittadini. Nel 2002 le persone con più di 80 anni erano il 3,4 per cento, oggi quasi un torinese su 10 è un ultraottantenne. Questo elemento sposta la domanda dei bisogni di una fetta importante della popolazione”. Il sindaco insiste quindi sull’opportunità di coniugare e non mettere in contrapposizione i diversi livelli di sanità ovvero l’alta complessità medica con la medicina territoriale che deve far parte del piano socio-sanitario di Torino.
Il modello di città proposto da Lo Russo prova a comporre le fratture anche sociali, a mettere insieme invece che dividere. “In 20 anni è cambiata la composizione anagrafica della popolazione e inoltre quella etnica – dice il sindaco -. Oggi uno scolaro su 4 è un cittadino extracomunitario. Noi dobbiamo farci carico del problema e trovare le strade per interpretare i segni dei cambiamenti del tempo in maniera positiva e non necessariamente negativa”.
Buche, marciapiedi, la pulizia del verde e delle strade, le criticità nelle scuole e nelle biblioteche. La lista dei problemi in Barriera è lunga. Il sindaco li cita tutti e ricorda che sono tanti i cantieri che stanno partendo nel quartiere: “L’obiettivo nostro è di prenderci cura anche delle cose che apparentemente sono meno importanti come le manutenzioni stradali, ad esempio, visto che la città non ha più fatto piani di manutenzione da 25 anni”.
Poi conclude: “Noi ce la stiamo mettendo tutta. E non ci siamo nemmeno dimenticati dell’importanza che ha lo sviluppo economico. Una comunità vive soltanto se ha occasioni di lavoro, questa è la vera priorità di Torino. Garantire sviluppo economico è la prima risposta a tante problematiche”.
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