Montagne di spazzatura di ogni genere, sacchi neri, scatoloni, vecchie valigie e trolley, gomme, resti di oggetti in plastica, tubi, stracci, pezzi di mobili e di elettrodomestici. Inutile fare l’inventario di quel che si può trovare in Lungo Stura Lazio. Da anni è una discarica e tale resta. Che poi ogni tanto viene data alle fiamme e si trasforma in cenere. L’ultimo rogo tossico appiccato dagli abusivi risale a pochi mesi fa. E la coordinatrice all'Ambiente della Circoscrizione 6 Giulia Zaccaro ne prevede presto un altro se non si interviene per tempo.
“Il futuro di quei rifiuti è diventare cenere e se diventano cenere inquiniamo ancora di più la terra che già è irrimediabilmente compromessa – racconta preoccupata ai nostri microfoni -. Inquiniamo e poi ce la respiriamo noi quell’aria lì. La cosa ancora più grave è che siamo proprio in prossimità del fiume Stura e tutta quella robaccia finisce inevitabilmente anche nelle acque”.
Zaccaro se la prende con il Comune che ha bocciato il progetto Iveco di riqualificazione dell’area, a spese dell’azienda stessa, progetto che prevedeva la realizzazione di un maxi parcheggio per camion e auto. “L’area di sosta avrebbe avuto tutta una serie di caratteristiche green: tanti alberi, terreno drenante, pannelli fotovoltaici – spiega la coordinatrice -. Sarebbe stata utile per superare un duplice problema: da un lato il continuo abuso dell’ambiente, dall’altro il congestionamento della viabilità su Lungo Stura Lazio. Ma la Giunta ha detto di no perché da piano regolatore quella dovrebbe essere un’area parco”.
Una cosa è certa, che la zona per come si presenta è ben diversa da un parco. Persino Google Maps non ha dubbi dal momento che la definisce la “Baraccopoli di Lungo Stura Lazio”. “Il problema, infatti – continua Zaccaro –, non è mai stato effettivamente affrontato e risolto in quanto gli occupanti sono ancora lì con le loro baracche e abitazioni di fortuna. E continuano a produrre una quantità spropositata di rifiuti da ricondurre alle attività da loro svolte come lo svuotamento di cantine in maniera illecita, la compravendita di rifiuti e l’accumulo di altri materiali presi da altre aziende”.
Per la coordinatrice non c’è più tempo da perdere, agli abusivi non si possono concedere ulteriori attenuanti, è giunta l’ora di intervenire prima che scoppi un altro pericoloso rogo tossico. “Mi chiedo se un’area parco può essere trattata in questo modo cioè possiamo ancora permettere a queste persone di portare avanti le loro attività illecite, lesive e nocive per tutti quanti noi? – conclude Zaccaro -. Gli occupanti da lì se ne devono andare, punto e basta, insieme ai rifiuti che hanno impropriamente accumulato. E bisogna allontanarli prima che diano fuoco a tutto. Cosa che succederà a breve perché lo spazio a loro disposizione sta per terminare”.
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