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NON SE NE VA CHI RESTA NEL CUORE DI CHI RESTA

Tanta commozione nella chiesa di Maria Speranza Nostra di via Chatillon dove parenti e amici si sono trovati per l’ultimo saluto ad Angelo Martino, il presidente del Comitato Torino Nord Barriera di Milano, scomparso mercoledì 8 maggio dopo aver lottato con una brutta malattia. Il dolore è grande, ma composto. La moglie Luigina, la compagna di una vita, trattiene a fatica il pianto. Con lei ci sono i figli Mariangela e Fabrizio e i nipoti. Per tutti riempire quel vuoto non sarà facile perché Angelo era un uomo forte, sempre presente e attivo, in casa come nel quartiere.


A rappresentare le istituzioni l’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca, i consiglieri comunali Giuseppe Catizone e Tony Ledda, il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto e la coordinatrice all’Ambiente in Circoscrizione Giulia Zaccaro.


La cerimonia, in forma sobria, invita i presenti a una riflessione sui valori della casa, della città e della giustizia, valori cari ad Angelo. Durante l’omelia padre Nicholas ricorda in particolare il suo impegno instancabile per rendere più vivibile Barriera. “Angelo ha vissuto la città in modo intenso – sottolinea -. Ha lottato per rendere il quartiere più solido e compatto per far sì che ogni cittadino potesse trovarsi a proprio agio”.


Gli amici del Comitato ci sono tutti. Con gli occhi lucidi e molti aneddoti da raccontare. È passato parecchio tempo dall’ultima volta che lo hanno incontrato in torrefazione. Non stava bene, si sentiva affaticato quel giorno. Era la settimana prima di Pasqua. Poi il Venerdì santo è stato ricoverato al Gradenigo dove ha combattuto una battaglia ad armi impari contro quel male inguaribile. Proprio lui che non si fermava mai di fronte a niente e a nessuno.


Scalda il cuore sentirli ricordare il tempo trascorso al suo fianco nella lotta per rendere Barriera più bella. A titolo gratuito, per passione assoluta, animato da un forte senso di appartenenza alla comunità e se c’era anche da spendere per preparare un evento non gli importava di mettere mano al portafoglio, generoso com'era. E pensare che avrebbe potuto godersi in santa pace la pensione! Angelo era un uomo molto pacato, ma quando si arrabbiava perdeva davvero la pazienza. Indimenticabile quella volta in cui discusse in un bar del quartiere con l’allora sindaco Fassino. Volarono gli stracci finché i due litiganti non si misero a duettare in piemontese e tra loro a quel punto scoppiò la pace.







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