Nonostante il presidio fisso dell’Esercito in corso Palermo, i cittadini di Barriera non si sentono sicuri e protetti. Tanti hanno paura a uscire (soprattutto le donne con bambini e gli anziani) perché temono per la propria incolumità e per quella delle loro famiglie. Il rischio di essere aggrediti e derubati lungo le vie dello spaccio, di fatto, è piuttosto elevato. Così come è impossibile dormire sonni tranquilli per colpa dei continui schiamazzi a tutte le ore e anche dei frequenti attacchi alle auto parcheggiate da parte dei ladri e dei vandali.
Ci scrive Francesco Robasto, un residente conosciuto per la partecipazione alla vita sociale e politica del quartiere: “Sono un uomo alto un metro e 90, non di certo magrolino e quindi in teoria dovrei sentirmi tranquillo. Invece quando cammino per strada tengo orologio e portafoglio ben nascosti e nemmeno tiro fuori il cellulare per paura che me lo rubino. Soprattutto in corso Giulio provo un senso di insicurezza” .
In via Martorelli vediamo un’auto bianca parcheggiata. Sul vetro posteriore destro, sopra il numero 0115730, il proprietario ha esposto un biglietto scritto a mano: “Ho tolto tutto dal taxi. Non c’è niente da rubare. Grazie”. Una residente in questa via ci dice che lei qui vive “moderatamente tranquilla”, anche se a preoccuparla è la presenza “da alcune settimane di drogati di passaggio e senzatetto che girano in bicicletta carichi di ‘rumenta’. Non è la zona peggiore, ma la bellezza è decisamente un’altra cosa”.
In effetti, la situazione è molto più critica in corso Giulio Cesare, proprio a due passi dal presidio, dove abita Stefania che non si sente affatto serena. La sua bimba ha già visto di tutto dalle finestre di casa e per strada, anche uomini che orinano contro i muri senza curarsi dei passanti: “Temo le violenze sessuali da parte dei nordafricani e le prevaricazioni dovute all’arroganza e alla mancata integrazione” afferma.
Una nostra lettrice ci scrive: “Dopo 53 anni di Barriera solo in questi ultimi anni la paura nei residenti si percepisce a vista. Sono diventati diffidenti, camminano con passo veloce. Non c'è più' una comunità' intorno a noi, in giro solo disagio, sporcizia, spaccio e droga. Niente altro”. Al coro dei cittadini preoccupati si unisce Gianfranco che sfoga tutta la sua rabbia nei confronti del sistema: “Non c'è sicurezza. Per averla ci vuole la certezza della pena. Questi delinquenti, sapendo di non essere puniti, possono tenere in scacco le forze dell'ordine. A noi italiani stanno togliendo tutto, la dignità in primis”.
Anche i commercianti si sentono in balia della delinquenza. “Quando mi allontano per andare dai fornitori o dai clienti devo lasciare mia mamma da sola – ci racconta un esercente della zona -. Il primo pensiero va a lei e a tutto ciò che ha costruito insieme con il mio papà che non c’è più. Una vita di sacrifici per realizzare un sogno che questi criminali impiegano un attimo a infrangere. Mi urta il fatto di non potermi difendere e pure di non essere difeso da chi dovrebbe farlo”.
Parla, infine, ai nostri microfoni Raffaele Petrarulo in qualità di cittadino di Barriera e di responsabile della Sicurezza Città di Torino per Forza Italia. “I residenti si sentono sfiduciati di fronte all’impunità quasi certa per chi delinque. I militari e le forze dell’ordine sono presenti in numero non sufficiente per contrastare la criminalità e inoltre il presidio è fisso soltanto in alcune zone del quartiere – spiega -. Per questo la gente continua a temere per la propria incolumità. Purtroppo l’unica soluzione sarebbe la tolleranza zero, ma le leggi nazionali non la consentono”.
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Tolleranza zero e vedete che iniziamo a riprenderci il quartiere e la sua bellezza