Come “Comitato Angelo Martino – Barriera di Milano” desideriamo intervenire a proposito di quanto scritto su questo sito a commento di uno scritto del prof Marco Revelli intitolato “I tetri giustizieri di Barriera fomentano solo disordine” (La Stampa, 31 agosto 2024). Prendiamo spunto dalle parole del docente pubblicate dal quotidiano torinese (e dal successivo commento dell’editorialista di facciamobarriera.com) per raccomandare una maggiore e più attenta capacità di analisi ai cattedratici: magari i loro ragionamenti sono anche giusti, ma ben altra cosa è una conoscenza diretta della realtà quotidiana. Noi sperimentiamo ogni giorno sulla nostra pelle il livello di vivibilità (anzi, di “invivibilità”) delle nostre strade, piazze, mercati e giardini. E non è una bella esperienza.
Noi del Comitato lottiamo democraticamente dall’inizio di questo millennio per arginare il dilagante degrado di Barriera. Qualcosa abbiamo ottenuto, ma più volte siamo stati sul punto di vedere incuria e delinquenza prendere il sopravvento, travolgendo un quartiere dalle molteplici potenzialità, molto popoloso e dove si annidano talenti che non riescono a trovare occasioni giuste per esprimere le loro capacità.
Il vero problema è che la politica (intesa come amministrazione delle città e dei suoi quartieri) in Barriera ha fallito. Poche idee, rari progetti e ancor meno realizzazioni. E’ da questo stato di cose che nasce il malcontento di molti cittadini, che poi talvolta sfocia in rabbia e magari in iniziative improprie. Se non si capisce che la tentazione a farsi giustizia da soli (tentazione sbagliata) è figlia di un amaro senso di abbandono e di impotenza, non si comprende una dinamica elementare basata sulla frustrazione e sulla voglia di fare qualcosa che muti l’attuale situazione di degrado.
Giuseppe Dramisino (Comitato Angelo Martino – Barriera di Milano)
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