Con un ordine del giorno che ha messo tutti d’accordo (anche l’opposizione, tolta la Lega) il Consiglio comunale invita il sindaco e la Giunta “a richiedere con urgenza al Governo di stanziare i fondi necessari al completamento dell’opera, ricoprendo il finanziamento mancante a causa dell’aumento dei costi dei materiali”. Il documento è stato presentato dalla capogruppo del Pd Nadia Conticelli e il presidente della Commissione Trasporti Tony Ledda (Pd).
La vicenda è nota. Con il caro materiali, pari al 36 per cento, mancano all’appello 600 milioni di euro, senza i quali non è possibile realizzare il progetto iniziale. Per non rimandare l’inizio dei lavori in attesa di risorse aggiuntive, l’azienda Infrat.To ha accettato di rimodulare il progetto. Risultato, la linea si fermerà a Porta Nuova (le due fermate Re Umberto e Politecnico vengono rimandate) e inoltre ci sarà l’accorpamento delle stazioni Corelli e Cimarosa, tagliando così una fermata in Barriera.
“In caso di eventuali nuovi aumenti dei costi la progettualità potrebbe risentire anche della tratta Porta Nuova-Politecnico, con il rischio di compromettere la funzione di supporto universitario al nostro corpo studentesco” spiega Conticelli, ponendo l’accento sul fatto che Torino è una città sempre più universitaria. “Se il governo fa la cernita delle dieci o venti opere che ritiene strategiche, la Metro 2 è tra quelle su cui vale la pena investire ancora un po’, penso”– aggiunge -. Non è solo un’infrastruttura fondamentale per la sostenibilità della rete urbana di Torino, ma rappresenta il riscatto delle zone nord e sud che con questa linea verrebbero unite alla tratta principale garantendo una nuova centralità di interi territori”.
Per dire no al taglio della stazione Corelli intanto venerdì 19, alle 9,30, proprio in via Corelli, viene avviata la petizione di Forza Italia, lanciata dal consigliere comunale Garcea. Alla maggioranza però la raccolta firme non piace. Il timore è che avrebbe l’effetto di stoppare l’inizio dei lavori, rimandandoli a chissà quando. “Ridisegnare le fermate vorrebbe dire bloccare la gara di appalto” dice Conticelli.
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