Con le accuse di rapina aggravata e tentato omicidio in concorso è iniziato il processo in contumacia per il quarto uomo coinvolto, secondo l’accusa, nella rapina all’area di servizio Dis-car di corso Taranto, durante la quale il benzinaio rimase gravemente ferito da un colpo di pistola. Quarantasei anni, originario di Cuneo, Davide Bonfardini Fissolo si trova in Messico dove era fuggito. A rappresentarlo il difensore nominato d’ufficio poiché il Messico ha negato l’estradizione.
I tre complici Roberto Cozzupoli, Mohamed Kahilia e Amin Moutafakkir, arrestati dal Nucleo investigativo dei Carabinieri del comando provinciale nel 2017, pochi mesi dopo il fattaccio, già erano finiti a processo. Secondo la ricostruzione degli investigatori Bonfardini Fissolo noleggiò l’auto su cui arrivarono due dei rapinatori, mentre il terzo Kahilia avrebbe fatto da palo poco lontano dall’area di servizio.
A ideare il blitz sarebbe stato lo stesso Kahilia il quale, avendo lavorato per anni come operaio nei dintorni, conosceva bene le abitudini del benzinaio. E in particolare quella di mettere le banconote incassate durante la notte dai distributori automatici nei sacchi del bucato per poi portarli in banca. Ironia della sorte, la mattina del 6 maggio 2017 nei sacchi Paolo Sarra, il titolare della Dis Car, ripone normalmente la biancheria sporca. E i banditi cascano nell’inganno, vedendo le buste rigonfie.
Il colpo di pistola parte da una semiautomatica 7,65. È Amin Moutafakkir a sparare, secondo l’accusa, quando Sarra si rifiuta di consegnargli il denaro e cerca di colpirlo con una manata. Il benzinaio resta ferito alla gamba sinistra: il proiettile causa un traumatismo superficiale dell’arteria femorale ma medici e infermieri riescono a fermare in tempo l’emorragia. I rapinatori prendono dalla cassa il poco denaro che trovano e poi si danno alla fuga, esplodendo a vuoto altri due colpi.
Impossibile non immaginare l’espressione di sgomento stampata sui loro volti dopo aver aperto i sacchi del bucato.
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