“Oggi abbiamo portato in piazza la rabbia di Barriera di Milano per i tanti impegni non mantenuti da parte del Pd che governa Torino. Per quanto riguarda la sicurezza adesso il sindaco Lo Russo cerca di farsi bello dietro la divisa di un ex tenente colonnello dell’arma dei Carabinieri, però fatti concreti ancora non ne abbiamo visti”. Così ai nostri microfoni l’assessore regionale Maurizio Marrone che, giovedì 23 maggio, ha preso parte alla manifestazione organizzata su iniziativa della capogruppo Fdi in Circoscrizione 6 Verangela Marino.
Intorno alle 19 in largo Giulio Cesare, sventolano numerose le bandiere del partito sorrette da esponenti e militanti. C’è anche il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto. In strada sono scesi parecchi residenti stanchi delle condizioni in cui è sprofondato il quartiere.
“Stop ai minimarket del degrado”, “Daspo urbano”, “Anti Aska”, “Anti suk”, questi gli slogan che sottolineano i motivi della protesta. “La nostra delibera di iniziativa popolare per il Daspo urbano è rimasta impantanata in consiglio comunale per volontà della maggioranza - spiega Marrone -, il protocollo sugli sgomberi delle case popolari occupate entro un mese non è mai stato applicato così come la nostra norma anti Askatasuna che imporrebbe al Comune di stracciare la concessione del centro sociale agli antagonisti e pure la nostra legge anti suk che metterebbe fine alla zona franca di ricettazione e abusivismo nel bazar di Vanchiglietta”.
Ovviamente all’elenco non può mancare il tema relativo al boom incontrollato dei minimarket e alla necessità di imporre con ordinanza la chiusura dei locali nelle ore notturne. "Torino nord aspetta ancora che venga rispettata dalla Giunta Lo Russo la mozione Pd che impegnava a impedire la vendita di alcol dopo le 21 nei minimarket, rimasta lettera morta da oltre due anni - afferma Marrone –. Questo è soltanto uno dei tanti impegni e obblighi sulla sicurezza traditi dal Pd torinese”.
I minimarket in Barriera di Milano spuntano come funghi, come già avevamo evidenziato in due servizi dedicati al fenomeno, a fine marzo. Raramente capita che ne chiuda uno. Piuttosto è più facile assistere all’ampliamento di quelli di piccole dimensioni oppure a nuove aperture. “Ormai ce ne sono ovunque nel quartiere, sorgono uno accanto all’altro, a distanza di pochi metri – rimarca Marino -. Di recente al lungo elenco se ne sono aggiunti tre nel giro di duecento metri dalle parti di piazza Foroni. Soltanto pochi giorni fa da uno di questi è uscito un uomo alterato da droghe e alcol che ha dato in escandescenze e si è denudato davanti a tutti”.
Già, i minimarket sono generatori di malamovida, si sa, perché vendono alcolici anche in piena notte. Mica per niente nei mesi scorsi il sindaco di Roma ha di nuovo disposto con ordinanza la chiusura dei locali nelle ore notturne, su pressante richiesta dei municipi.
“In pratica fanno servizio bar perché ai loro clienti permettono di consumare gli alcolici (freschi di frigo) sul posto. Uno dei minimarket più problematici della zona è quello tra le vie Feletto e Montanaro – conclude Marino -. Lì davanti c’è il bivacco dei disperati che consumano stupefacenti, urinano per strada, danneggiano le auto parcheggiate, si azzuffano tra di loro, togliendo il sonno agli onesti cittadini che abitano nelle case attorno. Per questo ci vuole una regolamentazione degli orari di chiusura. Trattandosi di un problema specifico di questa parte della città, è evidente che il sindaco non vuole firmare l’ordinanza perché esiste una precisa volontà di trasformare il quartiere in ghetto”.
Leggi anche "Indagine sui minimarket al centro di ogni sospetto" (Parte prima) e "Indagine sui minimarket al centro di ogni sospetto" (Parte seconda).
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