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MANDERESTI I TUOI FIGLI A VIVERE IN BARRIERA?

  • Immagine del redattore: facciamobarriera
    facciamobarriera
  • 7 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Dopo aver affermato in Commissione a Palazzo civico che Barriera non è abitale e se sua figlia fosse fuori sede non la manderebbe a vivere lì, la rettrice dell’Università di Torino Cristina Prandi è stata quasi costretta a scusarsi. L’accusa nei suoi confronti è di volere “ghettizzare” il quartiere, di aver pronunciato una frase infelice, di essere stata offensiva nei confronti dei residenti.


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LE PRECISAZIONI DELLA RETTRICE

Stupita di aver scatenato tante polemiche lei replica: “Non era mia intenzione alimentare distanze o stereotipi. Al contrario, desidero contribuire a un dialogo concreto e costruttivo che metta al centro le potenzialità dei territori e la responsabilità condivisa nel farle crescere”. E poi aggiunge, confermando quanto detto in precedenza: “Da persona adulta ci andrei a vivere, ma non è un quartiere attrattivo per studenti stranieri. Che ci sia ancora qualche criticità non possiamo negarlo”.

 

L’OPINIONE DI RESIDENTI E TITOLARI DI ATTIVITÀ COMMERCIALI

“Se i miei due figli, ormai grandi, fossero ancora in età scolare, cercherei di non fargli frequentare gli istituti di Barriera che purtroppo risentono del degrado – ci dice Mara -. Agli angoli e nei giardini, a poca distanza, ci sono spacciatori e consumatori incuranti dei bambini e dei ragazzi. Chi manderebbe volentieri i propri figli in quelle scuole?”.


Dal canto suo Rita ammette che chiunque, potendo, preferirebbe vivere in centro. “Il problema di Barriera – afferma - è lo stesso di tutti i quartieri dove c'è una forte concentrazione di immigrati. Servirebbe più sicurezza e, dove necessario anche repressione, ma pure azioni volte a favorire l’integrazione. Puntare a fare di Barriera un <polo universitario> sarebbe la leva per migliorare le condizioni di questo quartiere tanto malandato ma con potenzialità incredibili”.


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Per Rosaria le parole pronunciate dalla rettrice sono inaccettabili. “Anch’io ho figli, ma non mi sembra che la situazione sia drammatica al punto che dovremmo avere paura a uscire di casa – sottolinea con indignazione -. Invece di criticare il quartiere dovrebbero prendere provvedimenti per migliorarlo".


Sulla stessa lunghezza d’onda è Gabriella, titolare di un bar pasticceria in piazza Rebaudengo. “In Barriera ci sono nata, ci vivo e ci lavoro. Non sposterei mai la mia attività altrove – dichiara -. A questa signora bisogna insegnare il rispetto e l’educazione. Qui c’è ancora tanta gente perbene che lavora seriamente, al di là delle difficoltà ben note della zona. Eviti quindi di metterci tutti in cattiva luce”.


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Purtroppo gli aspetti positivi spesso sfuggono all'osservatore esterno. Chiara, titolare di una farmacia al Regio Parco, poco lontano da Barriera, ci spiega: “Io la periferia ce l'ho dentro la pancia perché la vivo da tutta la vita, quindi penso che sì, oggettivamente, ci sono zone più belle e altre più brutte, zone più sicure e altre meno. Ma comunque sotto lo sporco ci può essere qualcosa di bello, quindi sarebbe più opportuno parlare di ciò che fa ben sperare, piuttosto che affermare <io lì non andrei>”.


Conclude Giorgio, un residente vicino al parco Sempione che, dopo aver definito Barriera un bel quartiere dove i servizi non mancano aggiunge un po’ sconfortato: “Certo la rettrice non ha tutti i torti. Se dovessi aprire un’attività qui ci penserei due volte e se già l’avessi sarei preoccupato perché nel quartiere c’è tanta criminalità. Non so nemmeno se ci manderei a vivere un figlio universitario".      


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2 commenti

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Antonella
6 ore fa

Questi dibattiti sono molto coinvolgenti e fanno emergere una grande quantità di punti di vista. Ma alla fine si determina una polarizzazione (io sì, io no) che rischia di mettere da parte la complessità del problema. Barriera può riprendersi e migliorare, ma ci vorranno anni, duro lavoro e molto accordo fra cittadini (i quali sono più divisi fra loro di quanto lo sono i politici).

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Ospite
7 ore fa

Politicamente corretto 50/50. Chi si ferma all'offesa a mio avviso è molto superficiale... mi offendo perchè non vengo considerato dal Comune non perchè mi dicono che vivo in un brutto quartiere perchè obiettivamente lo è adesso. Dire in questo momento che si sta bene è ipocrita come un sindaco che pensa di risolvere i problemi abbellendo e pedonalizzando una strada e facendo scrivere articoli per sdrammatizzare intervistando studenti che in Barriera forse ci vanno a dormire dopo aver passato tutta la giornata altrove. Chi prende un alloggio in Barriera ci viene perchè è economica non per scelta. La rettrice ha ragione da vendere. Io potessi me ne scapperei subito...potessi.

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