Continua lo stretto monitoraggio, da parte della Polizia Locale, dei minimarket. L’attenzione su questi negozi, aperti 7 giorni su 7, è sollecitata da più parti. In particolare, dal consigliere comunale Pierlucio Firrao, da tempo sensibile sulle conseguenze di una forte crescita a Torino delle piccole rivendite di vicinato (sono oltre 800).
Poche settimane fa, settembre scorso, per dare ulteriore impulso alle attività di accertamento, Firrao interpella - con atto scritto e protocollato - il sindaco Stefano Lo Russo e l’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda proprio sulla questione dei minimarket. Infatti, la proliferazione di questi esercizi commerciali sta ponendo una serie di problemi di ordine pubblico, soprattutto in Barriera di Milano, dove sono numerosi i market etnici aperti anche di notte.
Le criticità riguardano soprattutto gli assembramenti nei pressi dei minimarket - spesso con ampio consumo di alcolici in strada - bivacchi a tutte le ore e disturbo della quiete pubblica.
Firrao, eletto nelle liste di Torino Bellissima, riceve nei giorni scorsi un’ampia risposta dall’amministrazione comunale. Dalla risposta scritta si evince che controlli ne vengono fatti e che c’è l’impegno a proseguire nell’opera di vigilanza. Nello specifico, l’attività di verifica ha interessato via Montanaro, via Martorelli, via Rondissone e diverse altre strade cittadine.
Nei mesi scorsi sono stati ispezionati 26 minimarket e sono state elevate 13 sanzioni. In un caso si è arrivati al sequestro giudiziario, con relativa notizia di reato alla Procura della Repubblica, per il rinvenimento di merce in cattivo stato di conservazione.
È importante che l’attenzione resti alta e che la cittadinanza percepisca una ferma volontà delle istituzioni cittadine a far rispettare le regole. Troppe volte si vede che una malcelata forma di tolleranza finisce con l’indurre alcuni commercianti (in malafede) a non rispettare leggi, regolamenti e disposizioni. Qui è in gioco la salute dei cittadini (i market vendono soprattutto alimenti e bevande) e bisogna anche tenere d’occhio la possibile trasformazione dei negozietti di vicinato in luoghi di smercio più o meno occulto di sostanze illegali.
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