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FERMIAMO LA DESERTIFICAZIONE COMMERCIALE IN BARRIERA

Immagine del redattore: facciamobarrierafacciamobarriera

Sempre più saracinesche dei negozi si abbassano per non riaprire più. Avanti di questo passo i quartieri si trasformano in dormitori. Anche in Barriera il fenomeno è sempre più preoccupante. Ne abbiamo parlato con alcuni commercianti in vista dell’incontro “Fermiamo la desertificazione commerciale in Barriera” che si terrà venerdì 28 febbraio, (alle 13, nella sala di via Pertengo 10), organizzato dal nostro sito. Chi ha la propria attività nelle zone considerate più malfamate vede soltanto nubi nere all’orizzonte se non si fa presto qualcosa per rilanciare l’economia di prossimità.


I negozi chiudono per colpa dell’inflazione e del costo della vita salito alle stelle. Ma anche grazie alla crescita del commercio on line e alla concorrenza spietata dei supermercati presenti ovunque e aperti a tutte le ore. Poi però ogni zona ha i suoi problemi e le sue dinamiche. Nell’area tristemente nota come il triangolo del crack, ad esempio, i commercianti si trovano anche a dover fare i conti con la concorrenza sleale degli esercizi commerciali non italiani e la criminalità.


Marianna (il nome è di fantasia) ci ha raccontato quanto è dura sopravvivere di questi tempi in quell’angolo sconsolato di Barriera. Mamma di famiglia e lavoratrice instancabile, gestisce con passione da almeno un ventennio un negozio nel cuore del quartiere. È un’imprenditrice seria, che paga le tasse e in tanti anni di attività non ha mai cambiato ragione sociale per usufruire delle agevolazioni fiscali. Non c’è acquirente che esca dalla sua porta senza scontrino fiscale.


Ci vuole coraggio per resistere in questo arido deserto cittadino. Lungo la via su cui si affaccia il negozio di Marianna, di attività sane ne sono rimaste poche. “Qui è pieno di minimarket in cui non entra mai nessuno. Non so come sopravvivano – si domanda Marianna -. La sera poi c’è un viavai continuo di brutta gente che compra alcolici”.


Con la luce del sole passano poche persone, qualcuna in più quando i bambini escono da scuola. Marianna ce la fa a non gettare la spugna perché il suo negozio offre prodotti di qualità a prezzi convenienti a clienti affezionati, provenienti anche da altri quartieri. E poi non lei non teme i pusher. Quando ne vede uno in strada si avvicina e gli spiega che deve andarsene perché altrimenti invierà qualche video appena girato alle forze dell’ordine. Inutile dirlo, loro sciamano altrove.


All’assessore al Commercio e ai Mercati Paolo Chiavarino, che parteciperà all’incontro di venerdì, Marianna chiede più controlli nei confronti di chi vuole aprire un’attività commerciale. “Soprattutto i negozi multietnici spuntano come funghi qui da noi – afferma -. Farli chiudere, anche se non rispettano le regole, è molto difficile. Pertanto sarebbe molto meglio verificare fin da subito se effettivamente sono in possesso di tutti i requisiti morali, professionali e strutturali del locale. Solo in questo modo si può evitare la proliferazione di esercizi commerciali problematici”.

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