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LA MAGAGNA DEI CENTRI SOCIALI

  • Immagine del redattore: Seneca
    Seneca
  • 5 feb
  • Tempo di lettura: 1 min

Fra i quartieri Barriera e Aurora, in corso Ciriè 7, c’è l’ex istituto per conciari “Baldracco”. Dal novembre 2015 (quasi dieci anni fa) questa palazzina è occupata da una costola del centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47. Da allora è stata ribattezzata Spazio Popolare Neruda.

 

Si stima che nella ex scuola per conciari ora vivano circa duecento persone: italiani, nigeriani, marocchini, tunisini, per la maggior parte gente sfrattata da precedenti abitazioni, spesso con figli e figlie.



 


La vicenda di questo edificio in Torino Nord è salita recentemente alla ribalta dopo una puntata della trasmissione “Lo stato delle cose” su Rai Tre. Nel corso del programma, lo Spazio Popolare Neruda è stato accostato alle inchieste sugli esponenti di Askatasuna e dell’area torinese dell’Autonomia.

 

Si è parlato di situazioni opache anche in relazione a presunte estorsioni di somme di denaro per consentire alle persone ospitate di continuare a vivere nel palazzo. I gestori negano e rivendicano lo svolgimento di attività didattiche e di supporto formativo a favore degli ospiti.

 

La complessa vicenda dei centri sociali, protagonisti negli ultimi mesi anche di vere e proprie sommosse di piazza (con assalti alle forze dell’ordine), resta uno dei nodi più difficili e insidiosi per l’attuale amministrazione cittadina. Le buone intenzioni del Sindaco troppe volte si scontrano con una realtà deviata che non lo ricambia affatto con altrettante buone intenzioni.  

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