UN ALTRO NEGOZIO GETTA LA SPUGNA
- facciamobarriera
- 3 ore fa
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Il 30 aprile scorso il Toys center di corso Giulio Cesare 65 ha chiuso i battenti. L’annuncio è stato dato sui social, ma basta passare davanti al ben noto negozio di giocattoli, che per anni e anni ha regalato momenti magici a bimbe e bimbi della zona e non solo, per accorgersene. Le grate coprono irrimediabilmente le vetrine da una settimana. È un altro pezzo sano del territorio che se ne va. Posti di lavoro in fumo, chissà quante famiglie in difficoltà e poi la pesante incognita del dopo. Chi occuperà l’immenso spazio rimasto vuoto, in quest’area che il degrado da tempo si sta divorando?

Esprime preoccupazione il coordinatore al Commercio della Circoscrizione 6 Rocco Zito perché, per quanto il Toys center si trovi nel quartiere Aurora quindi nella Circoscrizione 7, è impensabile che non ci saranno ricadute negative anche in Barriera. “Riempie di tristezza scoprire che, al di là del corso Novara, un altro negozio si è arreso. Personalmente mi addolora anche il fatto che a lasciarci sia stato proprio un negozio di giocattoli, un luogo sereno e colorato che riusciva a farci tornare un po’ bambini ogni volta che passavamo davanti alle sue vetrine – afferma Zito -. Forse, me lo auguro, con un po' di impegno si potrà ancora salvare qualche attività presente sul territorio. Per il commercio questo è un altro colpo duro, che va ad aggiungersi ai tanti accusati nel tempo, mi riferisco alle edicole che stanno sparendo, ai bar chiusi lungo queste vie”.
Zito poi rievoca gli anni d’oro del corso Giulio Cesare, quando rappresentava un punto di riferimento per tanti torinesi attratti dai negozi di prestigio e dalle attività che gli davano lustro. Al posto del Toys center una volta c’era la Standa, aperto nel 1962, un magazzino di notevoli dimensioni con il parcheggio riservato ai clienti. Poco lontano il Cinema Adua rappresentava un fiore all’occhiello per il territorio, il primo multisala in Italia dopo la ristrutturazione del 1986. “Erano anni felici di una Torino molto diversa da quella di oggi, anni in cui le sue strade erano percorse dalle 500, le 600 e le 127, auto indimenticabili che hanno fatto la storia della motorizzazione italiana. Restano soltanto i ricordi per chi quel tempo lo ha vissuto. È un’epoca che si sta chiudendo” afferma con nostalgia il coordinatore.

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