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CHIUSURA POSTE, IL COMUNE RICORRE AL TAR

Il Comune di Torino tenta l’ultima carta per evitare la chiusura di cinque uffici di Poste Italiane che la mattina di lunedì 16 dicembre 2024 dovrebbero restare con le serrande abbassate (per sempre). La decisione della società pubblica dei servizi postali è oggetto di polemiche da circa due mesi ed è avversata dalla Città. Contro la chiusura, ovviamente, anche molti dei cittadini che si servono abitualmente di quei cinque sportelli (via Nizza, via Guicciardini, corso Casale, via Verres e via alla Parrocchia).



Dunque, fra i cinque uffici che Poste Italiane vuole dismettere c’è quello in via Verres, la cui utenza è prevalentemente anziana e poco digitalizzata: in pratica sono cittadini di Barriera di Milano che avrebbero difficoltà a svolgere on line molte delle pratiche per cui usano recarsi in quell’ufficio.


La Giunta guidata dal sindaco Stefano Lo Russo ha presentato ricorso al TAR sperando di bloccare la inesorabile macchina dello smantellamento avviata da PT. Fra le ragioni che muovono la Città non ci sono solo quelle di carattere pratico-logistico, ma anche il principio di non desertificare aree periferiche già soggette da anni a un impoverimento dell’offerta (sia di servizi sia di attività commerciali). Un ufficio postale è anche simbolo di presenza pubblica, di presidio, di collegamento del potere centrale al territorio, perciò la sua chiusura è un pessimo segno di ritiro, di resa, di disinteresse.

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