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CHIUSURA UFFICI POSTALI, NIENTE DIBATTITO IN CIRCOSCRIZIONE

La chiusura di cinque uffici postali nella città di Torino, a partire dal 16 dicembre, rappresenta un tema caldo che già è stato affrontato in Consiglio comunale e poi ancora in Regione. Ma non ce l’ha fatta ad approdare in Consiglio circoscrizionale perché la maggioranza di centrodestra rifiuta il dibattito. Mercoledì 4 dicembre, infatti, ha votato compattamente contro una proposta di ordine del giorno in merito, presentata dall’opposizione. Tra gli sportelli a rischio uno è ubicato in Barriera, quello di via Verres 1/A, molto frequentato soprattutto da una popolazione anziana. Per questo tra le fila della minoranza si è diffuso un sentimento di preoccupazione.    


Il documento bocciato insiste sulla necessità di chiedere al sindaco "di mettere in campo con determinazione tutte le azioni necessarie affinché Poste Italiane mantenga operativi gli uffici postali che intende dismettere”. Dal canto suo, Lo Russo stesso, nei giorni scorsi, aveva annunciato l’intenzione di “agire in giudizio a tutela della cittadinanza”. Per i firmatari della proposta di odg sarebbe inoltre fondamentale avviare un dialogo con l’azienda e i sindacati per trovare soluzioni concrete al fine sia di scongiurare nuove ed eventuali chiusure sia anche di valutare il rafforzamento degli uffici postali esistenti, soprattutto nelle zone più disagiate e dove la popolazione è piuttosto anziana .


“La maggioranza di centrodestra ha scelto di non dibattere e di votare contro il documento mentre la Regione si è attivata per dialogare con Poste e trovare soluzioni. Come giustificano la diversa presa di posizione?” domanda la capogruppo Pd in Circoscrizione 6, Isabella Martelli che poi aggiunge: “Poste affiderà ai negozi di vicinato alcuni servizi, ma a scapito dei cittadini perché la commissione avrà un prezzo maggiore di quello applicato allo sportello. E poi per gli anziani, soprattutto quelli con problemi di mobilità, dover andare fino agli uffici di corso Taranto o via Spontini, che non sono esattamente dietro l’angolo, sarà una fatica in più e, se si arrabbieranno, avranno un valido motivo per farlo”.


Il documento indica un lungo elenco di motivi, per cui la chiusura sarebbe da evitare. Tra questi viene sottolineato l’effetto negativo sull’economia del quartiere, ai danni dei piccoli esercizi commerciali situati vicino all’ufficio postale che perderebbero di conseguenza la loro clientela. Poi si fa riferimento al codice etico di Poste Italiane che prevede l’impegno e la promozione della vicinanza alle comunità garantendo prodotti e servizi accessibili a tutti.

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