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EX GONDRAND, TRE ANNI PER TERMINARE I LAVORI

Immagine del redattore: facciamobarrierafacciamobarriera

Occhi di nuovo puntati sulla ex Gondrand. Da tempo i residenti si lamentano che i soliti disperati hanno di nuovo colonizzato l’edificio rosso, dove avevano sede gli uffici, l’unico non ancora raso al suolo dalle ruspe.  Se i lavori di demolizione procedano oppure siano fermi è la domanda in cerca di risposte da mesi. Grazie a un’interpellanza presentata dal consigliere comunale Andrea Russi (Movimento 5 Stelle) l’argomento è stato discusso in Sala rossa.


“I lavori sono attualmente in corso, non si registra la sospensione che invece l’interpellanza cita. I termini di legge per quegli interventi sono di tre anni, ma noi naturalmente ci auguriamo finiscano prima” risponde l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni. “A me risulta che i lavori siano fermi, come continuano a segnalare, inviandomi video e fotografie, i residenti preoccupati per la situazione di degrado. Serve procedere celermente con l'intervento. E vorremmo sapere quale sarà il progetto definitivo” replica Russi.


Torniamo un attimo indietro nel tempo. Il 7 novembre del 2023 inizia l’abbattimento del primo capannone. A febbraio del 2024 i lavori si fermano, perché la struttura contiene amianto e pertanto si rende necessaria una verifica di impatto ambientale da parte dell’Arpa. Successivamente le operazioni procedono con il sistema dello start and stop, per mesi e mesi. Nel giugno del 2024 i residenti protestano per la nuova l’occupazione dell’edificio rosso, rimasto ancora in piedi. Fino ad oggi si contano continui interventi delle forze dell’ordine per allontanare pusher, tossici e prostitute che poi però tornano sempre. Nei giorni scorsi la nostra redazione ha ricevuto parecchie segnalazioni da chi vive in quella zona.  


Dal canto suo Mazzoleni sottolinea che “la bonifica ambientale dipende non solo dallo stato ambientale-sanitario dei luoghi ma anche dalla destinazione d’uso”. Alla proprietà è stata concessa la proroga fino al 31 dicembre 2025 per la presentazione dell’analisi di rischio sito specifica perché questo è previsto dalla legge qualora non sia ancora stata definita la destinazione finale. “Oggi la destinazione è industriale, quindi la bonifica è diversa da quella che sarà necessaria una volta trasformata” spiega l’assessore.


Altro problema affrontato da Mazzoleni è quello relativo al fatto che il progetto di riqualificazione riguarda due aree (ex Gondrand ed ex Carlini), appartenenti a proprietari diversi, e non più soltanto la ex Gondrand. “Noi sinceramente non riteniamo che una trasformazione nell'interesse pubblico di quel luogo possa essere fatto senza tenere conto anche dell’area ex Carlini cioè l’area proprio di fronte alla nuova fermata della metropolitana e il parco Sempione, perché, per quanto più piccola, sarà quella che caratterizzerà l'utilità pubblica di questa trasformazione - afferma Mazzoleni -. Per questo l'amministrazione ha chiesto alle due società proponenti un progetto unitario che prefiguri l'intera trasformazione del sito, a partire dal quale potremo concederci eventualmente anche due separati permessi di costruire in deroga”.


Per Russi i tempi si stanno dilatando oltremodo. “Stiamo attendendo da tre anni e mezzo il piano regolatore, stiamo attendendo tutta una serie di trasformazioni che a suo giudizio sono ferme proprio nell'attesa di portare in approvazione la variante generale del piano regolatore - incalza il capogruppo M5S -. È vero che la bonifica cambia se l’area, attualmente industriale, avrà destinazione commerciale, ma una mezza idea di cosa diventerà quel sito ce l’avete? Lo chiedo perché poi nel momento in cui si deciderà, i tempi di verifica non potranno di certo essere celeri”.

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