C’è un limite per tutti. Anche per le donne e gli uomini che lavorano nelle forze dell’ordine. Hanno infiniti doveri, poche risorse e poche tutele. La loro autorevolezza perde punti ogni giorno perché hanno le mani legate dinanzi a insulti, sbeffeggiamenti, dileggi e beffe d’ogni genere. Possono intervenire rare volte e il loro operato troppo spesso si scontra con una montagna di burocrazia e di eccessi di garantismo.
Per questi motivi, oggi, lunedì 25 novembre, undici sigle sindacali delle forze dell’ordine protestano a Torino e chiedono un cambio di passo. “Nessuno vuole meno diritti e garanzie per i cittadini, ma adesso siamo noi in divisa a essere quelli con meno diritti e meno garanzie” ci dice un agente di polizia la cui frustrazione è evidente.
“Ho sempre creduto nella missione di chi rappresenta la legge. Però per far rispettare la legge bisogna avere strumenti e credibilità, mentre ora ci sentiamo funzionari di terzo livello a cui si chiede di assistere e non di intervenire, nemmeno in situazioni di evidente abuso da parte dei malintenzionati” afferma una poliziotta.
Le sigle che aderiscono alla protesta odierna (con raduno in mattinata a corso Vinzaglio, davanti alla Questura) sono Siulp, Sap, Coisp, Usic, Sim, Usif, Sinafi, Sappe, Fns, Cisl e Sam. “Non è possibile che durante le manifestazioni pubbliche – dichiara un sindacalista – ci siano frequenti aggressioni ai nostri operatori. Paradossalmente, sono presenti per garantire l’ordine e sono le prime vittime del disordine”.
Molto personale delle forze dell’ordine opera in Barriera di Milano e/o vive in Barriera. Vogliono più rispetto da parte dei cittadini, ma per averlo è necessario che dall’alto cambi qualcosa radicalmente in termini di leggi, disposizioni, regole di ingaggio e norme d’intervento.
Comentarios