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GIARDINI ALIMONDA, VINCONO I BARBARI

Immagine del redattore: SenecaSeneca

Succede alle porte di Barriera di Milano. Succede che i vandali vincono con la loro furia, il loro disprezzo, la loro protervia. Devastano ancora una volta i giardini di via Alimonda, spaccando panchine, imbrattando alberi, distruggendo persino sedili in cemento fatti apposta per sopportare le ordinarie azioni incivili dei bruti. Ma qui di “ordinario” non c’è niente. Qui ci sono, invece, autentici selvaggi attrezzati di ferocia, bestialità e impunità.


Così stavolta il Comune fa ritirare tutto perché è impossibile resistere alla furia dei barbari. Via tutto. Inutile riparare o rimettere gli arredi nuovi. Sarebbe solo un ulteriore spreco di denaro pubblico. L’idea di rendere piacevole e vivibile il giardino naufraga tristemente a causa della nefandezza e della spavalderia d'un branco di mostri metropolitani.



Si indignano le opposizioni per questa resa delle istituzioni pubbliche, in particolare la consigliera di FdI in Circoscrizione 7, Patrizia Alessi: bande di giovinastri hanno anche acceso falò notturni creando ulteriori pericoli nel giardino, ma la risposta non può essere smantellare tutto. Una risposta vera e ferma dovrebbe essere l’istituzione di controlli costanti, autentici, con forti capacità d’intervento. Perché agli abitanti che pagano le tasse e si comportano civilmente si toglie l’opportunità di avere un normalissimo, comunissimo, semplicissimo giardino? Perché la si dà vinta ai teppisti?


Anche noi di Facciamo Barriera speriamo che l’autorità pubblica non alzi davvero bandiera bianca. Sono state appena istituite le zone rosse, quindi, se questa porzione di territorio non fosse ancora inclusa, è necessario inserirla al più presto cominciando immediatamente a emettere provvedimenti di allontanamento e applicando senza indugio tutte le sanzioni previste per chi non li rispetta.


E poi si organizzi di corsa un serio servizio di guardia, difesa e controllo. Serio ed efficace. Soprattutto di notte. Perché altrimenti avrebbero ragione i cittadini a organizzarsi da soli e a far partire le ronde.

 

 

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