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HANID, IPOTESI ISTIGAZIONE AL SUICIDIO

  • Immagine del redattore: Seneca
    Seneca
  • 21 mag
  • Tempo di lettura: 1 min

La vicenda di Hanid Bodui si fa sempre più cupa e complicata. L’uomo era finito in manette sabato scorso in corso Giulio Cesare per resistenza a pubblico ufficiale. Una vicenda poco chiara, nei pressi dell’angolo con via Feletto, caratterizzata dalla scenata di una parente del marocchino, la quale si era buttata a terra per distrarre le forze dell’ordine o per dissuaderle dal portar via Hanid.


Alla fine, il 42enne era stato portato al Lorusso e Cutugno dove all’alba di lunedì 19 maggio – poco prima di essere condotto in Tribunale per l’udienza di convalida dell’arresto – era stato trovato impiccato con dei lacci.




Ora la Procura di Torino ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di “istigazione al suicidio”. Il Pubblico Ministero, Paolo Scafi, titolare dell’inchiesta ha disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo, già noto in passato alle forze dell’ordine per una condotta non esattamente disciplinata.


Probabilmente gli inquirenti vogliono approfondire sia la necessità del trasferimento dell’uomo in carcere sia la disponibilità in cella dei lacci con cui si è tolto la vita.

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