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I GIARDINI DI MARZO

  • Immagine del redattore: Seneca
    Seneca
  • 18 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Ci risiamo. Altra rissa nei giardini Madre Teresa di Calcutta, ai confini fra Barriera di Milano e il quartiere Aurora. Ancora lancio di bottiglie, urla a squarciagola, accapigliamenti e rincorse minacciose. Una ventina di persone coinvolte e tanti cittadini alle finestre a osservare il campo di battaglia.


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Naturalmente, qualcuno di quei cittadini prende il telefono e chiama la Polizia. Gli agenti capiscono al volo di cosa si tratta perché ormai quell’angolo pensato per ricreazione e svago è stato trasformato in un ring pugilistico su cui regolarmente vanno in scena scontri fra pusher appartenenti a bande rivali e anche fra clienti squattrinati a caccia di dosi a buon mercato (magari gratis).


Dire che la situazione è fuori controllo significa ripetere una inutile tiritera. Senza dubbio in quel posto bisogna intervenire con una iniziativa più drastica e costante rispetto a tutte le azioni già messe in pratica negli ultimi anni. In altre parole, serve un presidio fisso con ampia licenza d’intervento sia preventivo sia repressivo. Punto. Il resto è tempo perso.


Tanti anni fa Lucio Battisti cantava così un testo scritto da Mogol: "I giardini di marzo si vestono di nuovi colori...", ma questi sciagurati giardini per ora si vestono solo di tinte cupe e davvero poco gioiose.

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