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L'INFERNO DELLA EX GONDRAND TRA PUSHER E DISPERATI

Immagine del redattore: facciamobarrierafacciamobarriera

Tra i residenti nelle vie che si affacciano sull’area della ex Gondrand è convinzione diffusa che i lavori siano fermi da tempo, contrariamente a quanto affermato dall’assessore comunale all’Urbanistica Paolo Mazzoleni una decina di giorni fa. In sala rossa, al consigliere 5 stelle Andrea Russi, il quale con un’interpellanza chiedeva se l’intervento fosse stato sospeso, Mazzoleni aveva, infatti, risposto con determinatezza che “i lavori sono attualmente in corso”.


“A noi non risulta. È da tempo che non vediamo più gli operai all’opera – ci scrive una cittadina che preferisce mantenere l’anonimato -.  Tutto, infatti, è tornato come prima. Di nuovo assistiamo al via vai a cui eravamo abituati nel periodo precedente all’abbattimento dei capannoni. L’illusione di un ritorno alla normalità è durata poco. Siamo molto preoccupati”.



Insomma, l’edificio rosso in cui avevano sede gli uffici, l’ultimo rimasto in piedi, è stato occupato per l’ennesima volta. “Proprio così – ci dà la conferma Claudio, un nostro lettore -. Sono almeno una trentina. Entrano nel piazzale da un varco che hanno aperto nel muro all’angolo tra via Lauro Rossi e via Cigna. La palazzina rossa è diventata il loro rifugio, l’hotel in cui pernottare, il luogo dove nascondono la droga e fanno tutte le loro porcherie”.


Il timore di chi abita in zona è che con il passaparola da trenta diventino quaranta, cinquanta, sessanta o anche di più. “Ormai in quell’incrocio di vie girano solo più questi sbandati perché le persone perbene preferiscono starsene alla larga. Spacciano a tutte le ore, fuori dalla recinzione – ci riferiscono i residenti disperati -. Le forze dell’ordine non fanno molti controlli”.


È una corte dei miracoli composta da pusher e tossici, quasi tutti stranieri. Ma tra gli zombie ciondolanti c’è anche qualche italiano. E poi non mancano nemmeno le prostitute anoressiche, pure loro italiane. “Vendono il loro corpo in cambio di droga. I piani bassi dell’edificio sono diventati una specie di postribolo. Noi vediamo tutto dalle finestre delle nostre case” ci spiega ancora Claudio.


A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca e noi purtroppo siamo costretti a dare ragione al Divo Giulio: se il quadro si presenta così come ci è stato descritto, è moto probabile che i lavori siano fermi. Qualcuno, dai piani alti, batta un colpo.        

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