Il degrado ha tanti volti. Vuol dire sporcizia lungo le strade, stato di abbandono degli edifici, incuria, povertà, delinquenza, occupazioni abusive. Barriera non si fa mancare proprio nulla. E tutti questi fattori messi insieme rischiano, se già non è accaduto, di trasformare il quartiere in un luogo malfamato, una specie di Bronx o una bolgia infernale. In Barriera c’è un problema di sicurezza. Ma non solo.

Sono disperati e al tempo stesso indignati i residenti che continuano a inviarci le foto dello scempio quotidiano. I marciapiedi si presentano come vere e proprie discariche a cielo aperto. Nelle isole ecologiche gli “sporcaccioni” lasciano rifiuti di ogni genere, spesso ingombranti come pezzi di mobili, sanitari, materassi. La scorsa settimana Stefania ci ha inviato un’immagine disgustosa di un water abbandonato in via Elvo che veniva utilizzato come toilette. “E’ rimasto lì giorni e giorni. Ma la colpa non è di Amiat. I passaggi li fa ogni mattina con puntualità. C’è che i rifiuti ingombranti non si devono lasciare dove capita, il ritiro va concordato” ci dice la nostra lettrice.

Contattiamo la coordinatrice all’Ambiente della Circoscrizione 6 Giulia Zaccaro e le sottoponiamo il problema. “La scelta politica di affidare a qualche poliziotto della Municipale il compito di correggere queste persone che con i loro comportamenti danneggiano tutti noi, io non l’ho ancora vista. Perché non è stata fatta. Tant’è che Barriera sprofonda nei rifiuti. Occorre polso e servono anche azioni di forza politica per educare le persone e ripulire la città” dichiara Zaccaro.
Sempre Stefania oggi, martedì 25 febbraio, ci racconta i “risvegli” dei cittadini di Barriera, in mezzo all’immondizia che invade poco per volta i marciapiedi fino a fagocitarli. Ci manda un reportage fotografico realizzato, prima del passaggio di Amiat, in via Elvo, via Volpiano all’angolo con via Leinì e poi ancora verso corso Vercelli. “In largo Giulio Cesare c’è un disperato che sta ripulendo con un carrello il colorificio, appena venduto. Sto cercando di capire dove ha intenzione di buttare i materiali di risulta. Ho contattato i vigili, ma non è ben chiaro chi se ne debba occupare. Alla fine mi hanno detto di rivolgermi ad Amiat” Insomma, sembra di essere nel “Castello” di Kafka.

Da via Volpiano ci arriva anche la segnalazione di Claudia. “La sera i cassonetti straripano e poi c’è immondizia ovunque per strada. Grazie anche ai soliti derelitti che, in cerca di vestiti o oggetti da rivendere al minisuk di largo Giulio Cesare, buttano tutto all’aria. Siamo sfiniti. Ma non lo trovano proprio il modo per evitare che il nostro quartiere venga risucchiato dalla spirale del degrado?” si domanda preoccupata. Le foto, che ci invia, ritraggono le isole ecologiche delle vie Desana, Chatillon e Palestrina.

Stesse scene in via Banfo dove, poco lontano dalla caserma dei Carabinieri, si è accampato un vagabondo. Davanti a un palazzo ha allestito il suo rifugio di fortuna e se ne sta lì da quasi un anno. I residenti non sanno spiegarsi il motivo per cui nessuno non lo abbia ancora fatto sgomberare.

Non va meglio in via Fossata. A farci la segnalazione è Vincenzo. Anche qui, all’altezza del civico 23, accanto ai cassonetti sono stati abbandonati sacchi dell’immondizia aperti, cartoni, cartacce, pezzi di mobilio, schifezze di ogni genere.

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